Questo volume abbiamo nove unità
letterarie: l’introduzione generale, due testi che sono già stati pubblicati come libri e sei articoli di diverso
impegno: alcuni lunghi, elaborati e ricchi di note, altri brevi e semplici. Due
di questi articoli sono pubblicati per la prima volta, perciò costituiscono un novum editoriale; un altro ancora,
tradotto dall’inglese, è una novità per il lettore italiano. Risalendo al 1965 quando
è stato pubblicato il primo di questi testi e supponendo che l’introduzione che
fa da cornice a questa raccolta sia stata scritta attorno al 2008, abbiamo a
che fare con dei testi scritti nell’arco di circa quattro decenni e che appartengono
esclusivamente al così detto “secondo Panikkar”.
L’intera opera di Panikkar, di cui ancora non ci rendiamo conto a pieno, creata nell’arco di quasi settant’anni, possiede una certa unità, ma è anche molto diversificata e vi si possono distinguere alcune tappe legate alle vicende esistenziali del suo autore. Panikkar evolveva e cambiava pur cercando sempre di armonizzare tutto quanto. Il “primo Panikkar” finisce più o meno tra l’inizio del 1964 quando Raimon parte per l’India e l’estate del 1966 quando cessa la sua appartenenza all’Opus Dei. A questi fatti biografici è legato uno scatto quantitativo del suo pensiero da cui nasce il “secondo Panikkar”. Negli ultimi anni della sua vita, il filosofo di Tavertet aveva tentato di riconciliare in sé e anche dal punto di vista formale il “primo” con il “secondo Panikkar”. La creazione del progetto editoriale chiamato oggi “opera omnia”, in cui il “primo” e il “secondo” sono pubblicati insieme, conferma quest’idea e permette di parlare persino del “terzo Panikkar”. Queste distinzioni non sono separazioni radicali, non possiedono solo una dimensione cronologica, ma riguardano la qualità del pensiero e il contenuto dell’opera di questo uomo. È superfluo aggiungere che parlare del “primo”, “secondo” e persino del “terzo” Panikkar ha senso solo in quanto serve alla migliore comprensione della sua figura e del suo pensiero e non deve essere considerato come un paradigma assoluto.
Il volume di cui qui tratto è diviso in due sezioni: la prima è intitolata “Il dialogo interculturale e interreligioso” e la seconda “Esempi di dialogo”. La prima sezione è divisa ancora in due parti: “Dialogo intrareligioso” e “L’incontro indispensabile: il dialogo tra le religioni”.
La maggior parte della prima sezione contiene il libro Il dialogo intrareligioso (sette capitoli) a cui è stato aggiunto alla fine il saggio “Alcune osservazioni sul dialogo intrereligioso” (capitolo ottavo) che è la conferenza tenuta da Panikkar a Monteserrat nel 2004 e qui per la prima volta pubblicata in italiano dall’originale spagnolo.
Il libro The Intra-Religious Dialogue è uscito presso Paulist Press a New York nel 1978. Dieci anni più tardi il testo è stato pubblicato in italiano da Cittadella Editrice di Assisi (1988 e ristampato nel 2001) nella traduzione di Nello Giostra. È stato uno dei libri più diffusi e più letti di Panikkar che gli ha procurato il riconoscimento nel campo del dialogo tra le religioni. L’edizione italiana possiede una dedica: “Ad Achille Rossi che vive il dialogo intrareligioso nella prassi interpersonale, fraternamente, R.P.”. Nell’Opera omnia [VI/2], sia la dedica, sia il nome del traduttore Nello Giostra scompaiono. Invece sono due indicazioni preziose perché segnalano una profonda e lunga relazione di Panikkar con una certa corrente del cattolicesimo italiano. Va ricordato che Achille Rossi era non solo un amico, ma anche curatore di alcune edizioni delle opere di Panikkar e propagatore del suo pensiero in Italia. Invece Nello Giostra fa pensare al movimento Pro Civitate Christiana con cui, oltre a Giovanni Rossi, collaboravano personaggi come Ernesto Balducci e Tonino Bello. È questo un capitolo della storia del cattolicesimo italiano e anche della vita di Panikkar ancora da esplorare, da descrivere.
La scomparsa di questi nomi è comprensibile se si considera il fatto che Panikkar, nel 1999, ha pubblicato una nuova edizione del suo libro The Intra-Religious Dialogue, di nuovo presso Paulist Press, New York e che, sulla base di questo testo, Milena Carrara Pavan ha fatto una nuova traduzione italiana, inserita nell’Opera omnia [VI/2]. La seconda edizione è più ampia della prima. Nel primo capitolo, “La retorica del dialogo”, è stato aggiunto l’inserto sul pluralismo (pp. 31-32), nel secondo capitolo, “Cinque modelli”, l’inserto sul silenzio (p. 43-44) e sono stati anche aggiunti due lunghi capitoli, “Il dialogo dialogico” (pp. 45-62) e “Dialogo intrareligioso, secondo Ramon Llull” (pp. 125-130). Nell’Opera omnia [VI/2] il capitolo che chiudeva la prima edizione, “Sunyata e pleroma: la risposta buddhista e quella cristiana alla condizione umana”, è stato spostato alla seconda sezione, “Esempi del dialogo”, (pp. 197-216).
Segnalo che le origini del capitolo terzo, “Fede e credenza: un’esperienza multireligiosa”, risalgono ad un articolo spagnolo di Panikkar pubblicato nel volume: Homenaje a Xavier Zubri, vol. II, Madrid, Moneda y Crédito, 1970, pp. 435-459. Invece le prime tracce della riflessione Panikkariana sull’insufficienza dell’epochē nel dialogo interreligioso, presenti nel capitolo quinto, “L’epochē nell’incontro religioso”, bisogna cercarle in un articolo, “The Internal Dialogue. The Insufficiency of so-called Phenomenological ‘Epoché’ in the Religious Encounter”, Religion and Society, Bangalur 1968, vol. XV, n. 3, pp. 55-66, poi pubblicato in italiano nella rivista Humanitas, XXV/1 (1970) 939-952.
La seconda parte della prima sezione contiene tre testi. Il primo, “L’incontro tra religioni è una necessità vitale”, contiene il libro L’incontro indispensabile: dialogo delle religioni che nella traduzione di Giuseppe Jiso Forzani è stato pubblicato tredici anni prima da Jaca Book (2001), con l’introduzione di Pierre-François de Béthume (omessa nell’Opera omnia [VI/2]). Ricordo che si trattava di un articolo tedesco Begegnung der Religionen. Das unvermeidliche Gespräch (“Dialog der Religionen”, München,1991) poi rielaborato in inglese, The Encounter of Religions: the Unavoidable Dialogue (Jnanadeepa, vol. 3, n. 2, Pune 2000). La versione riportata nell’Opera omnia [VI/2] è stata leggermente cambiata rispetto all’edizione della Jaca Book: l’indice, i titoli e i sottotitoli dei rispettivi capitoli sono stati semplificati.
Il secondo capitolo di questa parte, “Il dialogo umano nell’inter-indipendenza religiosa”, è la ristampa della conferenza tenuta da Panikkar a Rimini nel 2001, pubblicata originariamente nella rivista Il fuoco nel cristallo, Rimini, 21 (2001) pp. 136-141. Il terzo capitolo, “Per un dialogo delle civiltà”, contiene il testo, mai stampato prima, della conferenza tenuta da Panikkar a Città del Castello nel 1983 organizzata da L’altrapagina, una rivista diretta da Achille Rossi. Questo testo, oltre alla presentazione di Panikkar, include anche le risposte alle domande e lo stile, che è più parlato che scritto, permette inoltre di vedere Panikakr “in azione.”
Nella seconda sezione del libro abbiamo, come è già stato menzionato, il saggio “Sunyata e pleroma: la risposta buddhista e quella cristiana alla condizione umana”. Pubblicato per la prima volta nel 1972 come articolo nella rassegna di J.M. Robinson (ed.), Religion and Humanizing of Man, Waterloo, Council on the Study of Religion, pp. 67-86, è stato poi ripreso da Panikkar nella prima edizione del suo libro, Il dialogo intrareligioso, nella versione inglese e italiana.
Anche il secondo capitolo, “Dialogo hindū-cristiano. Advaita e bhakti”, possiede una sua storia. La prima versione del testo è stata pubblicata nel 1965 (“Advaita e Bhakti. Lettera da Vrindaban”, Humanitas [Brescia], vol. X (ottobre), pp. 991-1001), poi ripresa da Panikkar nel suo monumentale Myth, Faith and Hermeneutic, pubblicato in inglese nel 1979 (Paulist Press, New York, poi ristampato anche a Bangalur, ATC, 1983) e pubblicato in Italia nella traduzione di Milena Carrara Pavan come Mito, fede ed ermeneutica: il triplice velo della realtà, nel 2000 presso Jaca Book. Di questo libro esiste anche la traduzione tedesca, parziale (Insel, Frankfurt 1990 e 1992) e tamil (Chenai, Vivarium Pubblications, 2003).
Il terzo capitolo “Una sfida interculturale. Bhakti – karunā – agapē” invece è stato originariamente pubblicato nel libro Bhakti Karuna Agape with RaimonPanikkar, Global Academic Publishing, Binghamton University Press, New York 2003, pp. 39-53 e qui presentato per la prima volta in italiano.
Segnalo ancora alcune cose che potrebbero facilitare l’assimilazione dell’Opera omnia di Panikkar in Italia. Nella nota 6 a pagina 159 del volume di cui qui parlo, si indica il libro Invisible Harmony, Fortress, Minneapolis 1995, che è stato tradotto in italiano e pubblicato nel volume Religione e religioni, dell’Opera omnia [II], (Jaca Book, 2011, pp. 187-230). Lo stesso vale per la nota 25 della pagina 168 in cui si indica il libro Culto y secularisation. Apuntes para una antropologia liturgica, Marova, Madrid 1979, pubblicato in italiano come “Culto” nel volume Mito, simbolo, culto dell’Opera omnia [IX/1] (Jaca Book, 2008, pp. 327-432). E ancora nella nota 2 della pagina 198 si indica il saggio Have Religions the Monopoly on Religion, che è stato pubblicato in italiano come introduzione al volume Religione e religioni dell’Opera omnia [II] (Jaca Book, 2011, pp. 1-4). Meraviglia questa mancanza di informazione anche perché non sempre è così in questo volume, come si può ben vedere nel caso della nota 21 della pagina161 o nella nota 119 della pagina 214, dove esistono le informazioni bibliografiche complete, precise, in riferimento all’Opera omnia.
* Vedi anche il mio testo: Opera omnia di Raimon Panikkar.
© Maciej Bielawski (2014)
L’intera opera di Panikkar, di cui ancora non ci rendiamo conto a pieno, creata nell’arco di quasi settant’anni, possiede una certa unità, ma è anche molto diversificata e vi si possono distinguere alcune tappe legate alle vicende esistenziali del suo autore. Panikkar evolveva e cambiava pur cercando sempre di armonizzare tutto quanto. Il “primo Panikkar” finisce più o meno tra l’inizio del 1964 quando Raimon parte per l’India e l’estate del 1966 quando cessa la sua appartenenza all’Opus Dei. A questi fatti biografici è legato uno scatto quantitativo del suo pensiero da cui nasce il “secondo Panikkar”. Negli ultimi anni della sua vita, il filosofo di Tavertet aveva tentato di riconciliare in sé e anche dal punto di vista formale il “primo” con il “secondo Panikkar”. La creazione del progetto editoriale chiamato oggi “opera omnia”, in cui il “primo” e il “secondo” sono pubblicati insieme, conferma quest’idea e permette di parlare persino del “terzo Panikkar”. Queste distinzioni non sono separazioni radicali, non possiedono solo una dimensione cronologica, ma riguardano la qualità del pensiero e il contenuto dell’opera di questo uomo. È superfluo aggiungere che parlare del “primo”, “secondo” e persino del “terzo” Panikkar ha senso solo in quanto serve alla migliore comprensione della sua figura e del suo pensiero e non deve essere considerato come un paradigma assoluto.
Il volume di cui qui tratto è diviso in due sezioni: la prima è intitolata “Il dialogo interculturale e interreligioso” e la seconda “Esempi di dialogo”. La prima sezione è divisa ancora in due parti: “Dialogo intrareligioso” e “L’incontro indispensabile: il dialogo tra le religioni”.
La maggior parte della prima sezione contiene il libro Il dialogo intrareligioso (sette capitoli) a cui è stato aggiunto alla fine il saggio “Alcune osservazioni sul dialogo intrereligioso” (capitolo ottavo) che è la conferenza tenuta da Panikkar a Monteserrat nel 2004 e qui per la prima volta pubblicata in italiano dall’originale spagnolo.
Il libro The Intra-Religious Dialogue è uscito presso Paulist Press a New York nel 1978. Dieci anni più tardi il testo è stato pubblicato in italiano da Cittadella Editrice di Assisi (1988 e ristampato nel 2001) nella traduzione di Nello Giostra. È stato uno dei libri più diffusi e più letti di Panikkar che gli ha procurato il riconoscimento nel campo del dialogo tra le religioni. L’edizione italiana possiede una dedica: “Ad Achille Rossi che vive il dialogo intrareligioso nella prassi interpersonale, fraternamente, R.P.”. Nell’Opera omnia [VI/2], sia la dedica, sia il nome del traduttore Nello Giostra scompaiono. Invece sono due indicazioni preziose perché segnalano una profonda e lunga relazione di Panikkar con una certa corrente del cattolicesimo italiano. Va ricordato che Achille Rossi era non solo un amico, ma anche curatore di alcune edizioni delle opere di Panikkar e propagatore del suo pensiero in Italia. Invece Nello Giostra fa pensare al movimento Pro Civitate Christiana con cui, oltre a Giovanni Rossi, collaboravano personaggi come Ernesto Balducci e Tonino Bello. È questo un capitolo della storia del cattolicesimo italiano e anche della vita di Panikkar ancora da esplorare, da descrivere.
La scomparsa di questi nomi è comprensibile se si considera il fatto che Panikkar, nel 1999, ha pubblicato una nuova edizione del suo libro The Intra-Religious Dialogue, di nuovo presso Paulist Press, New York e che, sulla base di questo testo, Milena Carrara Pavan ha fatto una nuova traduzione italiana, inserita nell’Opera omnia [VI/2]. La seconda edizione è più ampia della prima. Nel primo capitolo, “La retorica del dialogo”, è stato aggiunto l’inserto sul pluralismo (pp. 31-32), nel secondo capitolo, “Cinque modelli”, l’inserto sul silenzio (p. 43-44) e sono stati anche aggiunti due lunghi capitoli, “Il dialogo dialogico” (pp. 45-62) e “Dialogo intrareligioso, secondo Ramon Llull” (pp. 125-130). Nell’Opera omnia [VI/2] il capitolo che chiudeva la prima edizione, “Sunyata e pleroma: la risposta buddhista e quella cristiana alla condizione umana”, è stato spostato alla seconda sezione, “Esempi del dialogo”, (pp. 197-216).
Segnalo che le origini del capitolo terzo, “Fede e credenza: un’esperienza multireligiosa”, risalgono ad un articolo spagnolo di Panikkar pubblicato nel volume: Homenaje a Xavier Zubri, vol. II, Madrid, Moneda y Crédito, 1970, pp. 435-459. Invece le prime tracce della riflessione Panikkariana sull’insufficienza dell’epochē nel dialogo interreligioso, presenti nel capitolo quinto, “L’epochē nell’incontro religioso”, bisogna cercarle in un articolo, “The Internal Dialogue. The Insufficiency of so-called Phenomenological ‘Epoché’ in the Religious Encounter”, Religion and Society, Bangalur 1968, vol. XV, n. 3, pp. 55-66, poi pubblicato in italiano nella rivista Humanitas, XXV/1 (1970) 939-952.
La seconda parte della prima sezione contiene tre testi. Il primo, “L’incontro tra religioni è una necessità vitale”, contiene il libro L’incontro indispensabile: dialogo delle religioni che nella traduzione di Giuseppe Jiso Forzani è stato pubblicato tredici anni prima da Jaca Book (2001), con l’introduzione di Pierre-François de Béthume (omessa nell’Opera omnia [VI/2]). Ricordo che si trattava di un articolo tedesco Begegnung der Religionen. Das unvermeidliche Gespräch (“Dialog der Religionen”, München,1991) poi rielaborato in inglese, The Encounter of Religions: the Unavoidable Dialogue (Jnanadeepa, vol. 3, n. 2, Pune 2000). La versione riportata nell’Opera omnia [VI/2] è stata leggermente cambiata rispetto all’edizione della Jaca Book: l’indice, i titoli e i sottotitoli dei rispettivi capitoli sono stati semplificati.
Il secondo capitolo di questa parte, “Il dialogo umano nell’inter-indipendenza religiosa”, è la ristampa della conferenza tenuta da Panikkar a Rimini nel 2001, pubblicata originariamente nella rivista Il fuoco nel cristallo, Rimini, 21 (2001) pp. 136-141. Il terzo capitolo, “Per un dialogo delle civiltà”, contiene il testo, mai stampato prima, della conferenza tenuta da Panikkar a Città del Castello nel 1983 organizzata da L’altrapagina, una rivista diretta da Achille Rossi. Questo testo, oltre alla presentazione di Panikkar, include anche le risposte alle domande e lo stile, che è più parlato che scritto, permette inoltre di vedere Panikakr “in azione.”
Nella seconda sezione del libro abbiamo, come è già stato menzionato, il saggio “Sunyata e pleroma: la risposta buddhista e quella cristiana alla condizione umana”. Pubblicato per la prima volta nel 1972 come articolo nella rassegna di J.M. Robinson (ed.), Religion and Humanizing of Man, Waterloo, Council on the Study of Religion, pp. 67-86, è stato poi ripreso da Panikkar nella prima edizione del suo libro, Il dialogo intrareligioso, nella versione inglese e italiana.
Anche il secondo capitolo, “Dialogo hindū-cristiano. Advaita e bhakti”, possiede una sua storia. La prima versione del testo è stata pubblicata nel 1965 (“Advaita e Bhakti. Lettera da Vrindaban”, Humanitas [Brescia], vol. X (ottobre), pp. 991-1001), poi ripresa da Panikkar nel suo monumentale Myth, Faith and Hermeneutic, pubblicato in inglese nel 1979 (Paulist Press, New York, poi ristampato anche a Bangalur, ATC, 1983) e pubblicato in Italia nella traduzione di Milena Carrara Pavan come Mito, fede ed ermeneutica: il triplice velo della realtà, nel 2000 presso Jaca Book. Di questo libro esiste anche la traduzione tedesca, parziale (Insel, Frankfurt 1990 e 1992) e tamil (Chenai, Vivarium Pubblications, 2003).
Il terzo capitolo “Una sfida interculturale. Bhakti – karunā – agapē” invece è stato originariamente pubblicato nel libro Bhakti Karuna Agape with RaimonPanikkar, Global Academic Publishing, Binghamton University Press, New York 2003, pp. 39-53 e qui presentato per la prima volta in italiano.
Segnalo ancora alcune cose che potrebbero facilitare l’assimilazione dell’Opera omnia di Panikkar in Italia. Nella nota 6 a pagina 159 del volume di cui qui parlo, si indica il libro Invisible Harmony, Fortress, Minneapolis 1995, che è stato tradotto in italiano e pubblicato nel volume Religione e religioni, dell’Opera omnia [II], (Jaca Book, 2011, pp. 187-230). Lo stesso vale per la nota 25 della pagina 168 in cui si indica il libro Culto y secularisation. Apuntes para una antropologia liturgica, Marova, Madrid 1979, pubblicato in italiano come “Culto” nel volume Mito, simbolo, culto dell’Opera omnia [IX/1] (Jaca Book, 2008, pp. 327-432). E ancora nella nota 2 della pagina 198 si indica il saggio Have Religions the Monopoly on Religion, che è stato pubblicato in italiano come introduzione al volume Religione e religioni dell’Opera omnia [II] (Jaca Book, 2011, pp. 1-4). Meraviglia questa mancanza di informazione anche perché non sempre è così in questo volume, come si può ben vedere nel caso della nota 21 della pagina161 o nella nota 119 della pagina 214, dove esistono le informazioni bibliografiche complete, precise, in riferimento all’Opera omnia.
* Vedi anche il mio testo: Opera omnia di Raimon Panikkar.
© Maciej Bielawski (2014)