Opera omnia di Raimon Panikkar
Sono passati quasi cinque anni da quando nella primavera del 2008 Jaca Book ha iniziato a pubblicare l’Opera omnia di Raimon Panikkar. Da allora abbiamo ricevuto sette volumi e circa 3.000 pagine dei testi di questo pensatore, tra cui alcune per la prima volta in lingua italiana. I quattro volumi (Mistica; Mito, simbolo, culto; Pluralismo e interculturalità; Visione trinitaria e cosmoteandrica) sono usciti ancora durante la vita di Panikkar (+2010), altri tre (Religione e religioni; Spiritualità: il cammino della vita; Il ritmo dell’Essere) sotto la cura di Milena Carrara Pavan che, insieme con i suoi collaboratori, è responsabile per l’intero progetto. È prevista ancora una dozzina dei volumi e dunque circa altre cinque, sei mila pagine, che suppongo saranno preparati e rilasciati nell’arco di una diecina di anni. |
Simultaneamente presso Fragmenta Editorial appare la traduzione catalana (sono usciti già 6 volumi) e presso Cerf Editions quella francese (finora sono stati pubblicati 2 volumi). Sembra che si pensa di pubblicare questa Opera omnia anche in altre lingue occidentali a partire dall’inglese. In ogni caso abbiamo qui a che fare con una iniziativa di un ampio respiro e notevole significato che già permette e richiede qualche riflessione.
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Italianizzazione
La matrice di questa Opera omnia è italiana e questo non è un dato indifferente. Panikkar non era un Italiano e la lingua italiana non era la sua, anche se la conosceva bene e ha scritto e pubblicato alcuni dei suoi testi originariamente proprio in italiano. Soprattutto nell’ultimo periodo della sua vita, in Italia ha avuto luogo una notevole diffusione e ricezione di suoi libri, che in seguito si è tramutata nella pubblicazione di questa Opera omnia.
Siccome ogni lingua è un microcosmo, fortemente determinante da vari punti di vista, pensare Panikkar a partire dell’italiano, vuol dire anche presentarlo “all’italiana”. In altre parole, sono convinto che se una simile opera fosse stata ideata in altri microcosmi linguistici, la sua forma, il suo timbro e il suo contenuto sarebbero diversi. Anche se col tempo avremo altre versioni linguistiche dell’Opera omnia, queste saranno le traduzioni fatte dalla matrice italiana (del resto è quanto già succede con le traduzioni sopra nominate).
Il pensiero, o per così dire lo “spirito incarnato”, di Panikkar risiede però nelle diverse lingue in cui parlava e scriveva: spagnolo, catalano, tedesco, inglese, latino, italiano, francese. La sua opera è plurilinguistica e per definizione non riducibile ad una lingua. Facendo riferimento ad una sua espressione che “non tutto può essere detto in inglese” si deve dire che “tutto Panikkar” non può essere ricondotto ad una lingua. Proporre lo stesso pacchetto “Opera omnia di Panikkar”, originariamente confezionato in italiano, e poi ri-confezionato in diverse traduzioni è un compromesso che può contribuire alla diffusione del suo pensiero, ma è anche una forzatura che bisogna tenere presente.
Tematizzazione a-storica
L’Opera omnia di Panikkar è tematica, cioè i testi di questo pensatore sono raggruppati in una dozzina di raccolte tematiche che danno i nomi ai rispettivi dodici volumi (in alcuni casi un volume possiede due tomi). All’interno di ogni volume, che raccoglie i libri e gli articoli di Panikkar, regge un ordine faticosamente rintracciabile anche se di sicuro in qualche modo meditato dagli editori.
Panikkar è difficilmente classificabile, quasi ogni suo testo è pluri-tematico e dunque potrebbe essere piazzato in diversi volumi. Per esempio i suoi saggi sui miti di Prajāpati. Śunahśepa, Yama o sull’incesto nella letteratura vedica, presenti nel volume Mito, simbolo, culto (X/1) potrebbero essere inserite anche nel volume Induismo (IV). La scelta editoriale è un compromesso e anche una interpretazione.
L’opzione per ordine tematico rende difficile la percezione cronologica dei testi di Panikkar e lo sviluppo del suo pensiero. Ad esempio, nel volume II, Religione e religioni, si trova il saggio “Meditazione su Melchisedek”, riportato dal libro Māyā e Apocalisse (Abete, Roma, 1966) con la nota che la “ed. or.” (come si dice) è l’articolo pubblicato in spagnolo “Meditatión sobre Melquisedec” nella rivista Nuestro Tiempo nel 1962, senza però menzionare il fatto che le prima versione di questo testo è apparsa in tedesco col titolo “Eine Betrachtung über Melchisedech” già nel 1959 nella rivista Kairos (Salizburgo). Qual è il legame tra queste tre versioni? Da chi sono state tradotte? L’approccio storico-critico non è l’unico né il migliore, ma nella nostra cultura è una tappa sine qua non per la ricezione di un opera e nel caso di Panikkar è essenziale.
Smembramento
I diversi libri di Panikkar, già noti, sono stati smembrati nei vari volumi dell’Opera omnia. Così ad esempio i capitoli del succitato libro Māyā e Apocalisse, vanno cercati qua e di là nei diversi volumi. Lo stesso vale per Mito, fede ed ermeneutica, La realtà cosmoteandrica, La dimora della saggezza, La nuova innocenza (nelle sue diverse versioni) e altri ancora. È un nuovo ordine delle cose, forse migliore, ma anche discutibile, soprattutto prendendo in considerazione che alcuni di questi libri (ora “spariti”) avevano la loro struttura ben pensata che già in sé era un messaggio, ora modificato. In questo nuovo arrangiamento sono difficili da rintracciare aspetti importanti, come per esempio la dedica ad Enrico Castelli ritrovabile nell’originario Mito fede ed ermeneutica, significativa come chiave di lettura. Dunque la struttura del libro Mito, fede, ermeneutica, la preziosa dedica e per certi versi anche Enrico Castelli, figura fondamentale per comprendere alcuni tratti del pensiero di Panikkar, nonché la sua vita, non sussistendo insieme perdono la loro forza. Senza dubbio tali aspetti editoriali creano un problema che prima o poi bisognerà affrontare.
Questa Opera omnia è una “vulgata”
Sulla base di quanto fina ad oggi è stato pubblicato mi pare di capire che nell’Opera omnia di Panikkar non saranno presenti tutti i suoi scritti e dunque non è una opera omnia in sensu stricto. Usando l’inglese, questa rassegna, per quanto vasta, potrebbe essere chiamata “Selected Panikkar” o “Essential Panikkar”, ma mai né “Collected Panikkar” né “Opera omnia”. Per tanto il titolo dato Opera omnia ha più che altro un valore simbolico perché comunque permette di cogliere molti tratti fondamentali del pensiero di Panikkar, pur non contenendo le sue opere in toto.
Un altro esempio. Nel volume I/2, Spiritualità. Il cammino della vita, si trova “La lettera ad Abhisiktānanda” e non credo che in altri volumi saranno inclusi altri testi significativi di Panikkar a proposito del suo amico Henri Le Saux, perché caso mai il loro posto sarebbe in questo volume. Che fare allora con le diverse introduzioni ai diari di Abhisiktānanda scritti da Panikkar o del “La lettera ad Abhisiktānanda” (seconda!) pubblicata come l’introduzione alla biografia di Henri Le Saux scritta da Shirley de Boulay (2005), un testo breve, ma per alcuni aspetti molto importante. E così via.
L’edizione completa delle opere di Panikkar sarebbe un’impresa immensa. Dovrebbe raccogliere tutti i suoi testi nelle sue diverse versioni linguistiche (queste curate da Panikkar e non da traduttori che lavoravano indipendentemente da lui) e tutte le redazioni ed edizioni, per cogliere l’evoluzione di vari scritti in cui si rispecchia lo sviluppo del suo pensiero. A tutto ciò si dovrebbero aggiungere le interviste, l’edizione completa dei suoi “quaderni” personali e soprattutto le sue lettere. Per il momento siamo destinati all’ “opera omnia” tra le virgolette che ha un suo ruolo divulgativo e per questa ragione la chiamo “Vulgata” con chiaro riferimento alla traduzione della Bibbia in latino fatta da Girolamo, un’opera che ha inciso sulla storia del cristianesimo, ma anche un libro, che ha generato non pochi problemi.
Suggerimenti
Ritengo indispensabile la pubblicazione della bibliografia completa di Panikkar, accompagnata dal rigoroso e dettagliato calendario della sua vita, lavorandoci da subito per non perdere informazioni importanti. Simultaneamente si dovrebbero cercare e raccogliere i diversi documenti di Panikkar sparsi per il mondo (lettere, manoscritti, registrazioni, fotografie, ecc.). È un lavoro faticoso, ma sicuramente degno di questo pensatore. E non dall’ultimo: suggerisco per l’Opera omnia l’indice tematico e l’edizione digitale.
© Maciej Bielawski (2013)
La matrice di questa Opera omnia è italiana e questo non è un dato indifferente. Panikkar non era un Italiano e la lingua italiana non era la sua, anche se la conosceva bene e ha scritto e pubblicato alcuni dei suoi testi originariamente proprio in italiano. Soprattutto nell’ultimo periodo della sua vita, in Italia ha avuto luogo una notevole diffusione e ricezione di suoi libri, che in seguito si è tramutata nella pubblicazione di questa Opera omnia.
Siccome ogni lingua è un microcosmo, fortemente determinante da vari punti di vista, pensare Panikkar a partire dell’italiano, vuol dire anche presentarlo “all’italiana”. In altre parole, sono convinto che se una simile opera fosse stata ideata in altri microcosmi linguistici, la sua forma, il suo timbro e il suo contenuto sarebbero diversi. Anche se col tempo avremo altre versioni linguistiche dell’Opera omnia, queste saranno le traduzioni fatte dalla matrice italiana (del resto è quanto già succede con le traduzioni sopra nominate).
Il pensiero, o per così dire lo “spirito incarnato”, di Panikkar risiede però nelle diverse lingue in cui parlava e scriveva: spagnolo, catalano, tedesco, inglese, latino, italiano, francese. La sua opera è plurilinguistica e per definizione non riducibile ad una lingua. Facendo riferimento ad una sua espressione che “non tutto può essere detto in inglese” si deve dire che “tutto Panikkar” non può essere ricondotto ad una lingua. Proporre lo stesso pacchetto “Opera omnia di Panikkar”, originariamente confezionato in italiano, e poi ri-confezionato in diverse traduzioni è un compromesso che può contribuire alla diffusione del suo pensiero, ma è anche una forzatura che bisogna tenere presente.
Tematizzazione a-storica
L’Opera omnia di Panikkar è tematica, cioè i testi di questo pensatore sono raggruppati in una dozzina di raccolte tematiche che danno i nomi ai rispettivi dodici volumi (in alcuni casi un volume possiede due tomi). All’interno di ogni volume, che raccoglie i libri e gli articoli di Panikkar, regge un ordine faticosamente rintracciabile anche se di sicuro in qualche modo meditato dagli editori.
Panikkar è difficilmente classificabile, quasi ogni suo testo è pluri-tematico e dunque potrebbe essere piazzato in diversi volumi. Per esempio i suoi saggi sui miti di Prajāpati. Śunahśepa, Yama o sull’incesto nella letteratura vedica, presenti nel volume Mito, simbolo, culto (X/1) potrebbero essere inserite anche nel volume Induismo (IV). La scelta editoriale è un compromesso e anche una interpretazione.
L’opzione per ordine tematico rende difficile la percezione cronologica dei testi di Panikkar e lo sviluppo del suo pensiero. Ad esempio, nel volume II, Religione e religioni, si trova il saggio “Meditazione su Melchisedek”, riportato dal libro Māyā e Apocalisse (Abete, Roma, 1966) con la nota che la “ed. or.” (come si dice) è l’articolo pubblicato in spagnolo “Meditatión sobre Melquisedec” nella rivista Nuestro Tiempo nel 1962, senza però menzionare il fatto che le prima versione di questo testo è apparsa in tedesco col titolo “Eine Betrachtung über Melchisedech” già nel 1959 nella rivista Kairos (Salizburgo). Qual è il legame tra queste tre versioni? Da chi sono state tradotte? L’approccio storico-critico non è l’unico né il migliore, ma nella nostra cultura è una tappa sine qua non per la ricezione di un opera e nel caso di Panikkar è essenziale.
Smembramento
I diversi libri di Panikkar, già noti, sono stati smembrati nei vari volumi dell’Opera omnia. Così ad esempio i capitoli del succitato libro Māyā e Apocalisse, vanno cercati qua e di là nei diversi volumi. Lo stesso vale per Mito, fede ed ermeneutica, La realtà cosmoteandrica, La dimora della saggezza, La nuova innocenza (nelle sue diverse versioni) e altri ancora. È un nuovo ordine delle cose, forse migliore, ma anche discutibile, soprattutto prendendo in considerazione che alcuni di questi libri (ora “spariti”) avevano la loro struttura ben pensata che già in sé era un messaggio, ora modificato. In questo nuovo arrangiamento sono difficili da rintracciare aspetti importanti, come per esempio la dedica ad Enrico Castelli ritrovabile nell’originario Mito fede ed ermeneutica, significativa come chiave di lettura. Dunque la struttura del libro Mito, fede, ermeneutica, la preziosa dedica e per certi versi anche Enrico Castelli, figura fondamentale per comprendere alcuni tratti del pensiero di Panikkar, nonché la sua vita, non sussistendo insieme perdono la loro forza. Senza dubbio tali aspetti editoriali creano un problema che prima o poi bisognerà affrontare.
Questa Opera omnia è una “vulgata”
Sulla base di quanto fina ad oggi è stato pubblicato mi pare di capire che nell’Opera omnia di Panikkar non saranno presenti tutti i suoi scritti e dunque non è una opera omnia in sensu stricto. Usando l’inglese, questa rassegna, per quanto vasta, potrebbe essere chiamata “Selected Panikkar” o “Essential Panikkar”, ma mai né “Collected Panikkar” né “Opera omnia”. Per tanto il titolo dato Opera omnia ha più che altro un valore simbolico perché comunque permette di cogliere molti tratti fondamentali del pensiero di Panikkar, pur non contenendo le sue opere in toto.
Un altro esempio. Nel volume I/2, Spiritualità. Il cammino della vita, si trova “La lettera ad Abhisiktānanda” e non credo che in altri volumi saranno inclusi altri testi significativi di Panikkar a proposito del suo amico Henri Le Saux, perché caso mai il loro posto sarebbe in questo volume. Che fare allora con le diverse introduzioni ai diari di Abhisiktānanda scritti da Panikkar o del “La lettera ad Abhisiktānanda” (seconda!) pubblicata come l’introduzione alla biografia di Henri Le Saux scritta da Shirley de Boulay (2005), un testo breve, ma per alcuni aspetti molto importante. E così via.
L’edizione completa delle opere di Panikkar sarebbe un’impresa immensa. Dovrebbe raccogliere tutti i suoi testi nelle sue diverse versioni linguistiche (queste curate da Panikkar e non da traduttori che lavoravano indipendentemente da lui) e tutte le redazioni ed edizioni, per cogliere l’evoluzione di vari scritti in cui si rispecchia lo sviluppo del suo pensiero. A tutto ciò si dovrebbero aggiungere le interviste, l’edizione completa dei suoi “quaderni” personali e soprattutto le sue lettere. Per il momento siamo destinati all’ “opera omnia” tra le virgolette che ha un suo ruolo divulgativo e per questa ragione la chiamo “Vulgata” con chiaro riferimento alla traduzione della Bibbia in latino fatta da Girolamo, un’opera che ha inciso sulla storia del cristianesimo, ma anche un libro, che ha generato non pochi problemi.
Suggerimenti
Ritengo indispensabile la pubblicazione della bibliografia completa di Panikkar, accompagnata dal rigoroso e dettagliato calendario della sua vita, lavorandoci da subito per non perdere informazioni importanti. Simultaneamente si dovrebbero cercare e raccogliere i diversi documenti di Panikkar sparsi per il mondo (lettere, manoscritti, registrazioni, fotografie, ecc.). È un lavoro faticoso, ma sicuramente degno di questo pensatore. E non dall’ultimo: suggerisco per l’Opera omnia l’indice tematico e l’edizione digitale.
© Maciej Bielawski (2013)