Sulla mia pittura
1.
Di solito dipingo su carta e su tavole di legno usando acquarelli, tempere e acrilici.
Mi servo di pennelli ma anche delle dita ottenendo in questo modo sfumature del tutto particolari.
Il tatto crea un rapporto intimo tra me, quadro e realtà.
2.
La pittura per me è uno dei modi di vivere il mondo:
a volte dipingo perché qualcosa qui mi ha incantato,
altre volte per attenuare l’estraneità del mondo che mi accerchia.
È comunque sempre un processo che mi permette di sperimentare la realtà in un modo più profondo,
di conoscere meglio me stesso e di entrare nel mistero dell'esistenza.
3.
La pittura è un’arte che richiede un lavoro persistente, riflessione e conoscenza del materiale usato.
Penso che in essa ci sia molto di artigianato, decorazione e alchimia.
4.
Dipingere non è solamente questione di mano abile, ma soprattutto di occhio attento.
Occorre guardare, perché solo guardando si incomincia a vedere.
A volte dipingo perché qualcosa ho visto, in altri casi proprio per poter vedere la realtà.
5.
La pittura è colore, spazio e linea, ma anche invisibilità.
6.
Non appartengo a nessuna scuola e non ho studiato in nessuna accademia di belle arti.
In Polonia sono stato influenzato da Leona Wyczółkowski, Stanisław Wyspianski e Józef Czapski.
Durante i miei viaggi per il mondo ho visto opere stupende in templi, palazzi, musei, gallerie, case e lungo le strade.
Le nature morte che più apprezzo sono state dipinte da Jean-Baptiste Chardin;
ritengo che il più geniale iconografo moderno sia Jerzy Nowosielski;
tra gli astrattisti mi piace Mark Rothko.
Trovo che il pittore più mistico sia Morris Graves.
7.
I miei paesaggi, le mie nature morte, le variazioni astratte e le icone
sono accomunate dal fascino per l’invisibile,
proprio quello che, a periodi, mi strappa il pennello dalla mano per affinarmi lo sguardo.
(2013)
1.
Di solito dipingo su carta e su tavole di legno usando acquarelli, tempere e acrilici.
Mi servo di pennelli ma anche delle dita ottenendo in questo modo sfumature del tutto particolari.
Il tatto crea un rapporto intimo tra me, quadro e realtà.
2.
La pittura per me è uno dei modi di vivere il mondo:
a volte dipingo perché qualcosa qui mi ha incantato,
altre volte per attenuare l’estraneità del mondo che mi accerchia.
È comunque sempre un processo che mi permette di sperimentare la realtà in un modo più profondo,
di conoscere meglio me stesso e di entrare nel mistero dell'esistenza.
3.
La pittura è un’arte che richiede un lavoro persistente, riflessione e conoscenza del materiale usato.
Penso che in essa ci sia molto di artigianato, decorazione e alchimia.
4.
Dipingere non è solamente questione di mano abile, ma soprattutto di occhio attento.
Occorre guardare, perché solo guardando si incomincia a vedere.
A volte dipingo perché qualcosa ho visto, in altri casi proprio per poter vedere la realtà.
5.
La pittura è colore, spazio e linea, ma anche invisibilità.
6.
Non appartengo a nessuna scuola e non ho studiato in nessuna accademia di belle arti.
In Polonia sono stato influenzato da Leona Wyczółkowski, Stanisław Wyspianski e Józef Czapski.
Durante i miei viaggi per il mondo ho visto opere stupende in templi, palazzi, musei, gallerie, case e lungo le strade.
Le nature morte che più apprezzo sono state dipinte da Jean-Baptiste Chardin;
ritengo che il più geniale iconografo moderno sia Jerzy Nowosielski;
tra gli astrattisti mi piace Mark Rothko.
Trovo che il pittore più mistico sia Morris Graves.
7.
I miei paesaggi, le mie nature morte, le variazioni astratte e le icone
sono accomunate dal fascino per l’invisibile,
proprio quello che, a periodi, mi strappa il pennello dalla mano per affinarmi lo sguardo.
(2013)