Meditatio
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Capitolo 6: Tempo
I discorsi sulla durata e cadenza della meditazione sono superficiali e rendono superficiale la questione meditativa. Sono fatti da tirchi che non hanno ancora scoperto la regola della gratuità su cui poggia la meditazione e secondo la quale è più gioia nel dare che nel ricevere.
Per dare un boccone all’io avaro che ci abita, per cui “Time is money”, ma che si affianca alla sponda della meditazione, va detto che la meditazione può durare da qualche minuto a qualche ora, come anche può avere la sua regolarità quotidiana, settimanale o mensile. Come quasi in tutto, anche nel caso della meditazione, la cosa migliore è l’approccio graduale. Si inizia con una prassi di qualche minuto prendendoci gusto, progressivamente il tempo per la meditazione si può allungare e la prassi si farà più regolare. Alcuni dicono: almeno mezz’ora ogni giorno, che va bene come orientamento, ma la meditazione non è jogging, perciò ognuno deve trovare la propria misura in termini di lunghezza e di frequenza, conforme ai propri bisogni e possibilità. La meditazione non è solamente una prassi temporale, ma è un atteggiamento che abbraccia tutta la vita, tempo incluso, e si estende su tutta la realtà. Se il tempo per la meditazione è per te un problema, avrai problemi a meditare. Se invece la vita stessa ti spinge a meditare, non avrai nessun problema a trovarne il tempo. Non iniziare perciò col cercare il tempo per la meditazione, cerca invece la profondità della vita e il tempo ti si regalerà in abbondanza. Non pensare che devi meditare per mezz’ora, semplicemente medita con tutto il tuo essere e sempre. Se mediti regolarmente, sarà di regola rompere ogni tanto questo ritmo. Non penso a causa di circostanze, malattia o indisponibilità interiore che renda impossibile il meditare, ma penso a quegli stati d’animo scaturiti proprio dalla meditazione e che spingono a non meditare, per approfondire l’atteggiamento meditativo come tale. Ci sono persone che hanno bisogno di meditare con una regolarità ferrea e altri il cui cammino passa per sentieri non ritracciabili dagli orologi. Per i primi è bene ogni tanto essere infedeli alla propria regola, per i secondi può giovare un periodo di sottomissione a qualche ritmo più regolare. Più importante della regolarità o irregolarità nella prassi è saper mantenere una certa tensione o slancio meditativo. Durante la meditazione c’è molto di più che contare i minuti che passando non passano. E se non si riesce a fare altro, sarebbe bene meditare sul tempo che si sta proprio sprecando. La meditazione non è attesa. Mentre mediti non attendi nulla, perché tutto è ormai lì con te. Non devi prendere un treno per spostarti altrove, perché sei arrivato. Non attendere nessuno, perché ormai tutto è già presente lì con te. Finché hai tempo, puoi solo riflettere su come usarlo o preoccuparti di sapere quanto te ne sia rimasto. Invece meditando nel tempo scopri il tempo in te e anche che tu sei tempo, perciò se l’ammazzi, uccidi te stesso. Meditando sul tempo entri nel tempio della realtà per scoprire che tu sei il tempio del tempo abitato dall’eternità. Prenditi cura del tuo tempo e il tempo si prenderà cura di te. Stai attento a dire: “Non ho tempo per meditare” perché in risposta potresti sentire: “Sei dunque come Dio”. Ma Dio non essendo tempo è eterno e medita sempre. Tu invece non sei eterno, ma temporale, perciò devi meditare nel tempo che vuol dire ogni tanto. In certi periodi della vita è bene darsi qualche regola e meditare ogni giorno per un tempo stabilito, per esempio mezz’ora, uno o due volte al giorno, sempre nello stesso orario. Essere fedeli ad una regola può essere proficuo, soprattutto all’inizio o nei periodi difficili o particolari della vita, ma una regola emerge spontaneamente col tempo durante la prassi. In alcuni periodi è bene meditare per poco tempo, in altri giova meditare più a lungo. Meditando lo scoprirai. Presto emerge la questione del tempo misurato con l’orologio meccanico e con il calendario e questo ovviamente serve per regolarsi, ricavando tempo nella giornata, nella settimana, nell’anno, ma di sicuro questo non basta. La meditazione misurata è ingabbiata nella contabilità generando tensione, stress, noia. La meditazione appartiene al regno della libertà e della spontaneità della vita che possiede ritmi del tutto suoi. Anche questo si scopre meditando. La durata e la ritmicità della meditazione cambiano nel tempo. Un giovane medita diversamente da un vecchio, un principiante lo fa in modo diverso da chi pratica da anni. Si medita diversamente in inverno e in estate, e al mattino non è come a sera. Ma questo riguarda non più la quantità di tempo, ma la sua qualità. La sensibilità interiore e l’esperienza che crescono con l’esperienza meditativa, invitano alla libertà e alla creatività in questo campo. Una volta preso gusto alla meditazione e dopo aver acquisito un atteggiamento fondamentale, per cui serve solamente un po’ di prassi, si è liberi di improvvisare. I ritmi della vita non sono ferrei. Certo, a qualcuno potrà giovare una regolarità stretta e mediterà sempre nello stesso momento della giornata, sempre per la stessa durata, ma per qualcun altro tale disciplina potrebbe essere micidiale. In altre parole, non bisogna assolutizzare la durata e la ritmicità della meditazione secondo le categorie del tempo meccanico, per poter dare priorità alla qualità della meditazione. La meditazione è vitale, non meccanica, è qualitativa, non quantitativa. La meditazione meccanicizzata non è vitale e non è più tale. La meditazione spezza l’assolutismo della struttura meccanica del tempo in cui è ingabbiata la vita moderna e ci libera dalle briglie aiutandoci a relativizzarle, rivelando la qualità del tempo. È la meditazione che dovrebbe condizionare il tempo meccanico, non viceversa. È bene iniziare con una regolarità e una durata precisa, e talvolta ritornarvi. Va bene rispettare la durata e il ritmo della meditazione se si medita in una comunità, ma non bisogna imprigionare la meditazione nella gabbia dell’orologio. Meditando siamo chiamati alla creatività, non a diventare macchine che meditano. Meditando nel tempo si scopre di esserlo. Meditando sul tempo si toccano i limiti del pensiero e si scopre il silenzio. Se durante la meditazione ti annoi, questo vuol dire che stai scivolando sulla superficie e non tocchi la profondità della vita. Non mediti, ma solo stai seduto. È il momento propizio per lanciarsi nella profondità e il momento di svegliarsi per scoprire il miracolo della presenza. C’è un momento in cui è necessario far tacere il dio Crono, altrimenti ucciderà la meditazione, perché è un dio che divora e distrugge ciò che genera. La meditazione che nasce nella cronologia di Crono, deve allontanarsi da lui, conservarne un rispetto, ma liberarsi dalle sue dipendenze. La meditazione non solo si svolge nel tempo, ma anche riguarda il tempo come tale, che pertanto è il tema meditativo per eccellenza. Nella meditazione il tempo è sempre con noi, approfittiamone. Meditando siamo invitati a meditare sul tempo e indagare l’esperienza del tempo in cui la meditazione si schiude. La meditazione ci apre gli occhi sul mistero del tempo che è strettamente legato al mistero della vita. La meditazione può offrire modi di vivere e di percepire il tempo aldilà degli schemi a cui la nostra mente è assuefatta. Senza dubbio il tempo della meditazione è un tempo particolare. È un tempo diverso, perché ci distanzia dalle attività quotidiane e le sospende. La prassi meditativa all’inizio crea una divisione tra il tempo della vita e il tempo della meditazione. Questa separazione, come ogni separazione, può essere creativa, ma protratta diventa micidiale, perciò va superata. Il tempo della meditazione, separato dal tempo della vita quotidiana, crea un suo piccolo regno che cresce, non per conquistare la vita quotidiana, ma per fecondarla, per arricchirla, insaporirla e renderla più profonda. La meditazione non può sostituire la vita, la vita deve rimanere vita e al massimo diventare una vita meditativa. Non si vive per meditare, ma si medita per vivere. La dimensione meditativa in noi fa parte della nostra vita e va sviluppata nella vita, non a suo scapito. Il tempo della meditazione è così speciale da considerarlo sacro, senza tuttavia cadere nel dualismo che separa il sacro dal profano. Il concetto di tempo sacro è legato alla ritualità e alla festività. La meditazione è una piccola festa radicata nella vita, è una miniatura liturgica. |