Il Papato come simbolo
Immaginate un punto in cui si incrociano le circonferenze di molti cerchi; sembrano agganciati a questo punto come i petali al ricettacolo di un fiore. Questo punto è il papato, invece i cerchi sono diversi modi di percepirlo e comprenderlo. In altre parole il papato è un simbolo e proprio perché è un simbolo, e funziona come un simbolo, è percepito e compreso in modi molto diversi.
Per alcuni il papato simboleggia la presenza di Dio sulla terra - per altri esso è il simbolo di un potere che non ha niente a che fare con Dio.
Immaginate un punto in cui si incrociano le circonferenze di molti cerchi; sembrano agganciati a questo punto come i petali al ricettacolo di un fiore. Questo punto è il papato, invece i cerchi sono diversi modi di percepirlo e comprenderlo. In altre parole il papato è un simbolo e proprio perché è un simbolo, e funziona come un simbolo, è percepito e compreso in modi molto diversi.
Per alcuni il papato simboleggia la presenza di Dio sulla terra - per altri esso è il simbolo di un potere che non ha niente a che fare con Dio.
Per alcuni il papa è vicario di Cristo – per altri l’Anti-Cristo.
Per alcuni il papato è una infallibile garanzia di verità – per altri è una minaccia per la libertà, simbolo dell’ipocrisia e della falsità.
Per alcuni il papa è scelto dallo Spirito Santo – per altri la sua elezione è il risultato di meccanismi politici puramente mondani.
Per alcuni il papato con la sua continuità ormai bimillenaria è simbolo della stabilità – per altri esso è solo un susseguirsi di varie figure nel flusso della storia.
Per alcuni il papa è un simbolo di speranza e di luce – per altri causa di disperazione e fonte di incubi.
Per alcuni è oggetto di amore e di venerazione – per altri è oggetto di odio e disprezzo.
Per alcuni il papato è molto importante – per altri non significa nulla.
In qualche modo nell’umanità, forse in ogni uomo, convivono e confluiscono tutti questi, e tanti altri, significati del papato.
A prescindere da tutta questa pluralità di significati, il papato, almeno all’interno della nostra cultura religiosa, è simbolo della comunicazione tra il divino e il mondo nell'uomo. Per questa ragione il papa è chiamato anche pontefice (pontifex, ma lasciamo la discussione sull'origine imperiale del titolo, perché l’etimologia è solo uno dei modi per comprendere un significato); insomma il pontefice lo si può immaginare come un ponte che unisce le due sponde: il divino e il mondo. Questo, nel fondo, è il simbolo che il papato simboleggia per coloro che ci credono.
Soffermiamoci sull’immagine del ponte legata col “simbolo pontefice”. Nella nostra immaginazione ci figuriamo il papato come un collegamento che unisce due sfere quella di dio e quella in cui siamo noi; ci sembra do poter avere l’accesso al divino solo grazie a questo ponte e che il divino per arrivare a noi debba per forza attraversarlo. Per questo motivo il papato suscita tale interesse, tali emozioni e le interpretazioni positive fino all’idolatria (papolatria) e negative (rifiuto, vendetta, caricatura).
A mio parere noi oggi viviamo un radicale cambiamento di questo tipo di immaginario legato al papa e la così detta “crisi del papato” non riguarda solo gli scandali e il funzionamento obsoleto dell'istituzione ecclesiale, ma il nostro modo in cui il papato è pensato sia dalla gerarchia ecclesiale sia dai laici. La crisi, qualsiasi, è sempre e principalmente causata dalla mancanza di un grande disegno, progetto o ideale.
Il simbolo non esiste in sé, esiste per me e in relazione con me. Il simbolo mi lega con sé, io mi riferisco ad un simbolo perché mi ritrovo in esso e lo ritrovo in me. Per questo il simbolo è percepito personalmente e lo si difende quando non è rispettato.
Io non solo “ho un simbolo”, ma io sono il mio simbolo; mi ritrovo in esso e lo ritrovo in me. Per esempio: un fiore visto in modo simbolico parla della vita, della gratuità, del dono, della bellezza e quando qualcuno me lo regala, quando lo do a qualcuno, quando lo coltivo nel mio orto, nel fondo ricevo la vita, do la vita, coltivo la vita che scorre in me e intorno a me. Mi fa male vederlo calpestato da un piede arrogante, insensibile ed ignorante.
Tornando al papato, come simbolo, bisogna dire che esso non esiste in sé né esclusivamente per me, ma anche in me. Per farla breve: il papato come simbolo ci dice che ognuno di noi è un ponte, un mediatore, tra il divino e il mondo.
E' importante realizzare questo legame tra il papato e noi. Bisogna cambiare il modo di rapportarsi a noi stessi; se io sono il ponte e non uno che deve attraversare un ponte, cambia il modo di percepire la realtà. Il ponte che devo attraversare sono io!
Maturare in sé tale pensiero è molto più importante di tutte le speculazioni a proposito del futuro papa; se potessi parlare al futuro papa oserei suggerirgli di riflettere profondamente sul simbolo che simboleggia. Dovrebbe realizzare profondamente in sé il fatto che lui è “solo” un simbolo di ciò ogni uomo è. Quindi dovrebbe semplicemente comunicarlo, non con una enciclica, ma con un gesto... simbolico, perché nel mondo simbolico non tanto contano tanto i discorsi, ma i gesti simbolici. Confrontate i due gesti: i fedeli che baciano il piede di Pio XII – Paolo VI che si inginocchia e pubblicamente bacia il piede di Atengora. Non so quale gesto dovrebbe essere fatto oggi da un papa, ma sono convinto che la persona se vive profondamente il simbolo che simboleggia, prima o poi lo comunica in modo talmente efficace che avrà la forza di cambiare le menti e la storia.
Il papa non è una monarca assoluto, ma un simbolo del ponte tra il divino e l’umano, ciò che ogni donna e ogni uomo già è. Il papa non dovrebbe appropriarsi di questo simbolo, ma suscitare in ognuno la responsabilità di essere pienamente un ponte tra il divino e il mondo.
© Maciej Bielawski (2013)